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al testo di Francesco Palmieri
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Saremmo stati argine, noi due, atollo spume e sabbie, intreccio di radici in cavità nascoste e nessuna piena, marea di petroliere, ascia scure o strappo a rompere la bolla, il cerchio delle fate, il legno della porta. Saremmo stati nodo, noi due, a sciogliersi all'estremo perché non c'è rimedio al tempo che finisce se non l'arrivederci al forse un'altra vita (e noi ci credevamo nei giorni dell'età coi libri sotto al braccio e le parole eterne a fior di labbra in fiore). E' stata una sorpresa distogliere lo sguardo, sentire il bacio sazio e la carezza morta; è stato uno svanire (un qualche peso al giorno), uno stillare gocce senza nessun rumore e non ci siamo accorti del largo fra noi due, di quanta terra spoglia a qualche passo appena. E quando vado via e chiudo già la porta, lo so, sono sicuro, io non ti manco più. E quando tu vai via e chiudi già la porta, io so, sono sicuro, tu non mi manchi più. FP |
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